Cos’è il gomasio
Il gomasio è un condimento tradizionale giapponese a base di semi di sesamo e sale. Non a caso gli ideogrammi che compongono il suo nome ごま塩 sono proprio ごま goma, semi di sesamo e 塩 shio, che significa sale. Questo ingrediente, molto amato dalla macrobiotica, è un ottimo modo di assumere sale, poiché l’olio sprigionatosi dalla macerazione dei semi di sesamo tostati, lo ricopre ed equilibra.
Puoi trovare delle versioni particolari di gomasio, che contengono anche alghe o spezie.
Utilizzo in cucina
Il gomasio è estremamente versatile e si presta ai più svariati utilizzi. Tuttavia in madrepatria viene spesso spolverato sul riso oppure sugli onigiri: combinazione semplice ma perfetta.
Dopo aver provato il gomasio per la prima volta invertirai la domanda e ti chiederai dove non metterlo, visto che sta praticamente bene su tutto!
Via libera alla sua aggiunta nelle zuppe, nelle vellutate, sul pane, sulla pasta, coi cereali, nelle insalate: aggiunge profumo e sapore con leggerezza.
Proprietà nutrizionali e benefici
La combinazione di semi di sesamo e sale integrale è una vera bomba di nutrienti.
I primi sono infatti ricchi in calcio e minerali, quali magnesio, fosforo, selenio, ferro e potassio. Non solo, contano vitamine del gruppo A e B e acidi grassi insaturi. Il secondo, in particolare se integrale, apporta iodio in alte quantità, stimolando il metabolismo e il sistema linfatico.
Ancora una volta un ingrediente che ci insegna che i grassi di buona di qualità non sono da temere, anzi, sono un ottimo veicolo di nutrienti, più facilmente assorbibili dalle nostre cellule.
Il gomasio è consigliato in casi di affaticamento, stanchezza e aiuta la memoria. Nonna Elsa mi suggeriva di prenderne sempre un cucchiaino prima di un esame importante e anche durante lo studio.
Dulcis in fundo il gomasio è un potente antiossidante, grazie alla presenza di sesamolo, sesamolina e sesamina, che supportano le funzioni epatiche e monitorano il livello di colesterolo.
Come fare il gomasio
Fare il gomasio a casa è facile e ti permette di godere delle proprietà di questo ingrediente senza riserve. Si, perché è decisamente meglio consumarlo fresco piuttosto che confezionato. Per farlo avrai bisogno di due fidati strumenti, il suribachi e il surikogi, ai quali abbiamo dedicato un intero articolo che puoi leggere qui. Trattasi di un mortaio ed un pestello in ceramica, leggermente diversi da quelli canonici. In particolare il mortaio ha una conformazione svasata e presenta delle zigrinature, funzionali alla frantumazione del seme di sesamo. Non hanno un costo eccessivo e ti consigliamo vivamente di acquistarli, se deciderai di preparare il tuo gomasio settimanalmente.
Potresti avere dei dubbi sulla proporzione sale-semi di sesamo, che può variare molto nelle ricette. A noi di Qi in cucina piace prendere a modello quella di René Lévy: 1 a 12, ossia 1 cucchiaio di sale grosso non raffinato per 12 cucchiai di sesamo. Sentiti libero di variarla a seconda della stagione, del tuo gusto personale e del tuo stato di salute.
Se la tua famiglia conta dei bambini ti consigliamo di preparare un gomasio più leggero in sale, variando la classica proporzione 1:12. I bimbi sono ghiotti di gomasio e finiscono con mangiarne quantità eccessive.
Come conservarlo
Il nostro consiglio è quello di fare il gomasio, fresco, settimanalmente. Una volta pronto e raffreddato puoi metterlo in un barattolo di vetro, con un tappo a chiusura ermetica. Riponi poi il vasetto, al buio e all’asciutto, nella dispensa. Se il gomasio viene consumato nel tempo prestabilito non dovrebbero verificarsi problemi di conservazione, mentre superati gli otto giorni potrebbe iniziare a irrancidire.
Dove acquistarlo
Se non riesci a trovare il tempo per preparare il gomasio fresco puoi sempre acquistarlo. Non possiede la stessa fragranza, profumo e proprietà di quello appena fatto, ma rimane un ottimo insaporitore.
Se non sai quale marca acquistare noi ti consigliamo le seguenti opzioni:
Gomasio e vita
Una riflessione sul preparare il gomasio a cura di nonna Elsa Nityama Masetti
“Preparare il cibo, come il fare l’amore, può diventare preghiera.
In questa diretta intuizione ed esperienza, mi ha accompagnato la preparazione del gomasio. Mi ha preso per mano in modo pratico e terra-terra, verso una comune estasi casalinga. La poetica dell’ordinaria pratica; così l’ho chiamata, al tempo.
Certo l’esperienza di lavoro-devozione nelle comuni di Osho aveva permesso la scoperta del piacere di essere, nella totalità del fare. Non importa cosa.
Lo strumento – la tazza con il pestello – è l’immagine immediata della manifestazione della vita, a livello fenomenico. Un pieno, il pestello, e un vuoto, la ciotola, che si fanno contenitore di una congiunzione, quella del seme di sesamo con il sale. Un elemento femminile – il vuoto della tazza, con un elemento maschile – il pieno del pestello.
Poiché è tutto qui l’originarsi della vita nel suo apparire. Il fare di due uno, come recita l’alchimista. Ecco che il seme reso cedevole e oleoso dal calore si apre a prendere il sale, anch’esso reso fine e riscaldato per cedere un eventuale eccesso di umidità. Le pareti striate della tazza e il movimento quieto e circolare del pestello si fanno ambiente ideale per la loro unione. Un inno, una preghiera che si alza insieme alla fragranza del loro compenetrarsi. Un gesto che da robotico si fa erotico, nell’atto di presenza. Solo una tazza e un pestello – un piccolo seme e un comune cristallo – pronti a racchiudere il nutrimento della vita e della vitalità.”