Tu, con a braccetto la primavera da un lato e, dall’altro, gli agretti e alghe hijiki in salsa di miso, limone e nocciole = la felicità.
Dietro a questo fresco contorno veglia una certezza: agretti e alghe hijiki sono come fratello e sorella. La loro somiglianza, di forma, conferma una bella amicizia tra verdure di mare e di terra, che si esplicita in questo mix primaverile da sballo.
Da servire al fianco di un secondo importante e saporito oppure nella classica triade di ciotoline, alla Ye, con riso, proteina vegetale a piacere e, a concludere, agretti e alghe hijiki in salsa di miso, limone e nocciole. Se le alghe non dovessero proprio essere la tua storia, prova comunque questa ricetta omettendole. Miso, limone e nocciole, uniti agli agretti, sono comunque boni.
Curiosità sugli agretti
Liscoli, lischi, rospici, arescani, riscoli, barba di frate, barba del negus, senape dei monaci: questi sono solo alcuni dei nomi con cui vengono chiamati gli agretti, nelle varie regioni d’Italia. Salsola soda, però, è quello che compare ufficialmente all’anagrafe vegetale. Si tratta di una pianta alofita, che necessita di un suolo salino o alcalino per poter crescere. Va da sé che gli agretti prosperino nel bacino del Mediterraneo, prediligendo le zone costiere. La pianta cresce fino ad un’altezza di circa 70 cm e fusto e foglie si presentano come succulente, il suo colore è un verde brillante. Con proprietà depurative, detossinanti, diuretiche si piazza sul podio delle verdure da avere in tavola da marzo a maggio, il tuo fegato ringrazierà.
In passato, dalle ceneri degli agretti, si ricavava il carbonato di sodio, chiamata comunemente soda. Quest’ultima viene ancora utilizzata, tra le altre cose, per la produzione di vetro e sapone. Nel 1800 il processo Leblanc, permise l’estrazione chimica della soda a partire da calcare e acido solforico, mettendo la parola fine all’utilizzo di questa pianta a scopo industriale.
Gli agretti amano essere cucinati scottati, a vapore, in padella, crudi. Il nostro consiglio è quello di non optare per cotture prolungate o bolliture, che andrebbero a intaccare consistenza, colore, nutrienti e sapore. Quest’ultimo ha una deliziosa nota acidulo-piccante, che fa sognare il palato. Se riesci, prova a utilizzare anche le radici dal colore rossiccio, che vengono solitamente buttate via. Puoi banalmente riutilizzarle in un brodo di verdure o provare a fermentarle.
Dosi
per 4 persone
Tempo
30 minuti
INGREDIENTI